Intervista di Matt Johns per Brain Damage, 12 Ottobre 2004
Traduzione di Alessandro Cospite per Floyd Channel
Q: Hai speso un bel po’ di tempo sul progetto del libro. Che sensazione dà adesso il saperlo completato e già sugli scaffali ?
Nick Mason: Fantastica. Assolutamente fantastica. Effettivamente, fu Storm Thorgerson a dirmi alcuni anni fa, quando stavo lavorando al mio altro libro sulle automobili: “I libri sono completamente diversi dagli album, semplicemente c’è un senso di soddisfazione molto maggiore quando stringi tra le mani la prima copia !” E aveva assolutamente ragione !
Q: Quanto hai potuto usare della bozza originale del libro ?
Nick Mason: Oh, tutto. Quasi tutto – tenendo conto che uno si cura di fare un po’ di riscritture e ridistribuzioni del materiale, e tutto il resto, io il libro da quando l’ho cominciato non l’ho praticamente cambiato.
Q: Cosa volevi evitare con questo libro ? E cosa volevi far arrivare ?
Nick Mason: Beh, suppongo di aver voluto un paio di cose. Da una parte volevo realizzare una SORTA di testimonianza di come io ho visto quegli eventi, e di come era andata, ma certamente non volevo che fosse una sorta di “Kiss-and-Tell”. Come Roger ha detto, “E’ una lettura piacevole, ma non molto piccante !” Il libro non è una rivelazione di segreti e non è stato pensato per esserlo. Fortunatamente noi (Pink Floyd) siamo tutti ancora vivi al momento, e quindi …
Fattivamente le rivelazioni non sono più la parte interessante di un libro sul rock’n’roll. Qundi il libro è molto più una collezione di pezzi e pezzettini che formano la parte di vita vissuta insieme da noi quattro.
Q: Come ti sei approcciato all’idea di scrivere il libro ? Ovviamente c’era la bozza originale e tu ci avrai lavorato per un discreto tempo …
Nick Mason: Ti dirò esattamente come è andata. Quando finimmo il tour nel ’94 io ero lontano dall’Inghilterra e avevo un bel po’ di tempo a mia disposizione. Ho semplicemente incominciato dal principio, dal punto per il quale ho pensato che si trattava del “primo momento musicale rilevante” o quel che era, e ho appunto iniziato a scrivere.
E mi sono sforzato di auto-assegnarmi il compito di scrivere 3.000 parole al giorno – per quanto in brutta copia – perchè ci fosse giusto qualcosa da dover riguardare. E fu così probabilmente che creai la prima bozza … Quello che feci, in quel periodo, fu fondamentalmente buttare giù l’ossatura dei primi 5 capitoli almeno. In qualche modo i capitoli dall’1 al 5 sono stati più facili da scrivere. Abbastanza stranamente la memoria è molto più chiara sul genere di dettagli dei veri primi anni, mentre invece il dopo diventa più un porridge di tour, sessioni di registrazione e tutto il resto. Un giorno in studio può confondersi abbastanza spesso nella memoria con un altro giorno – INCLUSE confusioni da album a album !
Q: Ecco, in un certo senso è una sorpresa che le memorie dei primi tempi siano così forti …
Nick Mason: Penso che sia perché ogni cosa era così nuova ed eccitante, cristallina. Se tu mi chiedi “Beh, com’era il tour del 1975 ?” non ne avrei la minima idea ! Ma se tu mi chiedi di quando andammo alle Cave di Chislehurst nel 1967 o qualcosa del genere probabilmente penserei “Oh sì, mi ricordo !”
Q: I primi tempi i tour devono essere stati così spossanti ! Non so proprio come avete fatto a far fronte a tutto quel viaggiare su e giù per il paese. Come accenni nel libro, l’itinerario dev’essere stato disegnato su un bersaglio per freccette !
Nick Mason: Già ! Penso che sia molto facile far fronte alle cose quando sei giovane … Voglio dire, generalmente eravamo VERAMENTE entusiasti all’idea di lavorare, e così all’idea di essere pagati davvero per esibirci … OK, dovevi guidare fino a Doncaster per questo, e allora ?
Q: Ciò che mi ha particolarmente impressionato sono i giorni in cui andaste in Olanda, per esempio, e poi rientraste quella notte per essere all’Ally Pally !
Nick Mason: [Ride] Sì, quella notte …!
Q: [Ride] Sembra un po’ temeraria come cosa ! Certamente il libro manifesta alcuni dei piaceri dei tour, in quei primi tempi, e, abbastanza curiosamente, durante l’ultimo tour quel senso di piacere ritorna …
Nick Mason: Mmm. E’ vero …
Q: Il tono diventa piuttosto drammatico dopo i problemi con Roger, e c’è come un ‘ribaltamento’ nel libro [Nick concorda]. Qual è stata la parte più dura da scrivere della storia ?
Nick Mason: Penso che la parte più dura sia stata quella sui periodi più difficili in cui provavamo ad essere sereni riguardo a The Wall e The Final Cut. Quando dico The Wall intendo la fine del progetto The Wall.
Q: La storia era venuta fuori già in passato, ma è interessante leggere dalle tue parole come i veri semi dei problemi derivino dalla fine di The Dark Side Of The Moon, e io penso che ci si imbatta in questa cosa così chiaramente – più in questo che in altri libri.
Nick Mason: Oh, beh sono felice che ci si imbatta in questa cosa … [Speravo che accadesse]
Q: Quali ‘materiali di ricerca’ hai usato per il libro – diari e cose così ?
Nick Mason: Il libro di Nick Schaffner. [Ride] No – davvero, no – sto solo scherzando ! La cosa più utile che avevo per la parte sui primi tempi era il fatto di aver tenuto degli album di ritagli, certamente per i primi due anni circa, e quello è stato un aiuto enorme perché c’era del nonsense – ciò che il Melody Maker ebbe da dire su di noi, o il Record Mirror, non andava in profondità, ma è stata una gran spinta, e mi sembra che Bob Dylan abbia detto recentemente, “Una volta che afferri un ricordo, questo ne ‘tira’ un altro”. Certamente avevo alcuni ritagli di giornali … ma non potevano davvero aiutarmi più di tanto. Meglio di ogni altra cosa, ovviamente, è parlare con le persone.
Ci sono sempre meno persone tra coloro che erano vicini a noi al tempo – e c’è un’abbondanza di personaggi che non riescono a ricordare una sola fottuta cosa … Non ho passato un tempo così lungo con loro, ma devo dire che Roger e David sono stati entrambi brillanti in termini di scorrere il mio manoscritto e dire [Nick usa una convincente impronta Gilmouriana] “No, no, no – non è andata così !” E’ stato di grande utilità.
Ho usato alcuni dei libri di riferimento, ed è stato piuttosto interessante – Non ricordo proprio quali sono buoni e quali sono cattivi. Voglio dire, c’è la “Pink Floyd Encyclopedia” – l’opera di Vernon Fitch – una gran parte è veramente molto accurata, ma ogni tanto ti imbatti in qualcosa per cui pensi “No, no, non è così…” Però io non sono così allenato nel ricordarmi le date. Mi sono sforzato di mettere tutto nel giusto ordine, e nel giusto periodo di tempo, il che a volte è difficile; mi sono trovato a dover lavorare su un album di ritagli completo di divisione in periodi per recuperare il ricordo di alcune cose. Penso che le cose più utili siano semplicemente stati i pezzi e i pezzettini, e le foto, ovviamente.
Q: Questo mi porta ad una delle mie domande – la foto di Syd alle sessioni del 1975 per Wish You Were Here che è inclusa nel libro. E’ stata una decisione difficile da prendere, quella di farlo, di includerla – visto che ovviamente alcune persone potrebbero sorprendersi per questa inclusione ?
Nick Mason: Sì. Ti dirò quale è stata la mia opinione. Ho pensato che se tutti gli altri (3 Pink Floyd) me l’avessero menzionata (nel loro scorrere il manoscritto), e avessero detto che non doveva esserci, l’avrei eliminata. Ma il punto più che altro è stato che nel libro realizzato da Tim Willis [Madcap: Half-Life Of Syd Barrett] c’erano già un sacco di foto di Syd con quell’aspetto. E ho semplicemente pensato “beh, se (l’aspetto di Syd) è già di pubblico dominio in ogni modo, non è più la stessa decisione difficile di prima”. Questa è stata la mia vera opinione al riguardo.
Le foto sono in giro, altri stanno per … beh, qualcun altro HA GIA’ pubblicato delle foto ! Non foto fatte negli studios, ma foto di un periodo simile. Quindi, non ho pensato che ci fosse da sentirsi affatto male all’idea di fare ciò che ho fatto. Q: Tornando a Roger, David e Rick – hai detto che hanno contribuito in termini di dire “no, non è così che è andata” e così via, ma per quanto altro hanno contribuito? Ti hanno fornito qualche idea o segmento extra?
Nick Mason: Fondamentalmente ciò che ho fatto è stato aspettare realmente di finire il libro, e poi spedire loro il manoscritto, per vedere se intendevano farmi causa o no ! L’ho lasciato a loro fino all’ultimo perché non volevo davvero continuare a rimaneggiarlo, volevo solo che loro evidenziassero le cose che pensavano fossero veramente poco chiare, o le cose che fossero completamente errate. Penso che tutto abbia funzionato abbastanza bene in questo modo; sul serio, era questione di affermare che loro potessero avere l’ultima parola.
Q: C’è stato qualche cambiamento fra quelli che ti hanno richiesto, o sul quale hanno anche insistito, che ti ha seccato o frustrato ?
Nick Mason: No, assolutamente no. In effetti penso che ogni loro appunto sia stato un giusto commento; sia Dave che Roger hanno pensato che ero stato poco chiaro sull’uno o sull’altro, o che a volte lo ero stato su qualcun altro, o che qualcun altro non era stato accreditato correttamente. Generalmente era giusto perché ero andato avanti basandomi sul giudizio percepito da quello che io pensavo fosse accaduto, quando in effetti loro c’erano, e possono dire “no, no, non è così che è andata …”
Q: Il libro sembra finire abbastanza riluttantemente, in un certo senso, e sembra essere maldisposto a tracciare una linea lungo l’intera ‘scappatella’ [Nick ride all’uso della parola “scappatella” !] I progetti che citi nella parte finale – i nastri ‘ambient’ delle sessioni di The Division Bell, il concept Unplugged – pensi che qualcuno di essi vedrà la luce ?
Nick Mason: Penso che sia tutto nelle mani di Dave. Non penso – Se mai lui vorrà fare ancora qualcosa, sono sicuro che lo faremo – E’ veramente una sua decisione e [Ride] ad ogni modo è veramente duro far fare a Dave qualcosa che lui non voglia fare ! Perciò, bisogna proprio aspettare e stare a vedere.
Ma è interessante che nessuno voglia dire “Questo è tutto”.
Q: Lo spulciare tra gli archivi ha ispirato qualche pensiero di metter fuori un po’ del materiale audio e video inedito tenuto in disparte ?
Nick Mason: Penso i video inediti, sì. Ce n’è veramente poco di materiale audio inedito; abbiamo sempre teso a usare forse tutto quello che potevamo. Ma di sicuro sarebbe abbastanza bello, a un certo punto, guardare cosa abbiamo in termini di materiale video.
Q: Come sono certo saprai, c’è un florido mercato per esso, illegalmente – DVD, CD, video e altra roba …
Nick Mason: [Ride] Certo !
Q: C’è un sacco di pellicola interessante in giro. Mi sono gustato particolarmente le immagini video rare alla Interstellar Exhibition …
Nick Mason: Il problema con quel materiale è che c’è una spaventosa quantità di riprese abbastanza buone, ma senza il sonoro sopra. Questo è il tipo di cose col quale siamo alle prese. Quindi dovremmo pensare abbastanza seriamente a come far fronte a tutto ciò.
Q: Forse bisognerebbe fare un montaggio o doppiare con delle audio-registrazioni in studio o qualcosa del genere …
Nick Mason: Già …
Q: Stavo chiaccherando con Storm Thorgerson, recentemente, della Interstellar Exhibition, e lui ha espresso la speranza che essa venisse ‘resuscitata’ e che avesse luogo in altre località. Ovviamente tu prima eri immerso nei documenti d’archivio per il libro. Qual è il tuo punto di vista sulla Exibition e, magari, su un futuro per essa ? Gli Americani, per esempio, erano disperati, la gran parte di loro non ha potuto fare la trasferta fino a Parigi.
Nick Mason: E’ un problema, perché è abbastanza costoso muovere Exibition come questa qua e là, e una bella fetta è composta da roba piuttosto grande da imbragare, e così via. Io penso che l’Exibition sia stata divertente. Più un divertimento che una cosa di grande significato. Sai, in qualche modo vedere una vecchia e ingegnosa tastiera Farfisa chiusa dentro una teca di vetro non è proprio come vedere i Marmi di Elgin !
Ma c’è qualcosa parecchio affascinante nella Exibition – è effimera, ma piuttosto divertente. Se qualcuno viene fuori con un piano su come farla viaggiare, sarei veramente felice di vederla muoversi. Penso che sia stata davvero ben fatta. Non è davvero un gran progetto per cui noi – la band – vorremmo venire troppo coinvolti.
Q: Avevi avuto un gran coinvolgimento, all’inizio ?
Nick Mason: No, no davvero. Penso che sia stato lasciato per la maggior parte a Storm e Paula Webb il compito di dare forma all’Exibition. E io ho assoluta fiducia in Storm. E in Paula. Intendo dire, in gente come loro – Credo in loro assolutamente, per essere sicuri che non diventi tutto una specie di spaventoso errore.
Q: L’immagine di copertina del libro è stata progettata da Storm, o si tratta di un progetto associato di te e Storm ?
Nick Mason: No – Devo dire che Storm è semplicemente andato avanti e se n’è venuto fuori con un vero mazzo di idee, e se fai caso alla copertina interna di Inside Out, ci sono un bel po’ di idee di Storm che non sono state sviluppate.
Q: Tu sai cosa la copertina frontale di Inside Out effettivamente significa ?
Nick Mason: Buon Dio, no ! Trovo che sia molto molto più semplice [non saperlo] … Voglio dire, Storm è spesso piuttosto ansioso di dirmi queste cose, ma io trovo che sia molto più semplice trascurare tutta quella roba ! Io amo il lavoro di Storm ma certamente non desidererei mai di iniziare a spiegarlo !
Q: Farai un discorso [il primo Novembre] al Belfast Festival. Quali sono i tuoi pensieri riguardo a questo evento ?
Nick Mason: Non ho idea ! Sto provando piuttosto difficilmente a non pensarci troppo ! Sto più che altro sperando che sia molto una specie di intervista domanda-risposta. Non ho intenzione di dribblare il leggìo per pronunciare una breve omelia al popolo Irlandese. Rock’n’roll voglio – Penso che l’altra cosa sia meglio lasciarla a Bono e Geldof !
Q: Per finire, quando tornerai a gareggiare di nuovo ? Guardando l’anno passato, certamente a Goodwood, ma non c’è traccia di te sul sentiero !
Nick Mason: Assolutamente nessuna gara ! Avevo già deciso di dedicare questo anno alla scrittura e poi alla promozione del libro. E ho già goduto, ENORMEMENTE, nel guardare altri gareggiare mentre io pranzavo dentro al padiglione ! Fantastico ! Non l’avevo mai fatto in tutti questi ultimi 25 anni …
Q: Ed è così che sarà anche in futuro … ?
Nick Mason: [Ride] No, penso che farò qualche altra gara, prima di ritirarmi. Un po’ come con la band, davvero. Non ancora sono pronto ad appendere il mio casco !
Intervista di: Matt Johns
Traduzione: Alessandro Cospite
Thanx to Brain Damage
Lascia un commento